Superare la vegetazione o sfruttarla per un recupero.
Perché stimare la forza massima esercitata dalla vegetazione.
La pratica del fuoristrada prima o poi implica l’interazione del nostro veicolo con ostacoli di varia natura e tipologia. Se abbiamo di fronte dei paletti infissi nel terreno o il fusto di un albero difficilmente aggirabili, è lecito chiedersi: “Se provassi ad andare avanti chi avrebbe la peggio? L’ostacolo o il mio fuoristrada?”. Oggi vi svelerò come stimare la forza necessaria ad abbattere e superare la vegetazione. Se vogliamo vedere la questione da un altro punto di vista, le considerazioni che farò possono essere utili anche per capire dove poter assicurare il cavo del verricello o una carrucola per effettuare un recupero.
Mi preme dire che sto trattando l’argomento da un punto di vista prettamente tecnico: non voglio assolutamente incitare nessuno a superare la vegetazione abbattendola. Il fuoristrada è una disciplina che deve ricercare la massima integrazione possibile con l’ambiente circostante, rispettandone le leggi e gli abitanti e senza apportarvi modifiche.
Come stimare la forza massima esercitata dalla vegetazione.
Quando si parla di fenomeni correlati all’interazione di corpi con il terreno spesso non è possibile derivare relazioni matematiche in maniera puramente analitica, a causa del numero e della variabilità dei parametri che caratterizzano il suolo: ciò implica la necessità di condurre campagne sperimentali.
Mentre in Italia, ahimè, con il passare degli anni si è persa la cultura della terrameccanica, fortunatamente ci sono Paesi in cui essa è ancora fiorente. In questo articolo farò riferimento ad una serie di attività sperimentali condotte dagli studiosi Blackmon e Randolph nel 1968 e successivamente da George L. Mason nel 2011.
Le prove condotte dai vari ricercatori hanno portato ad estrapolare una relazione semi-empirica con cui è possibile stimare la forza necessaria a superare la vegetazione in funzione del diametro degli alberi e dell’altezza alla quale essi vengono sollecitati (fig. 1).

Fig. 1 – Schema dell’impatto di un veicolo con un albero: h è l’altezza in cui avviene il contatto, mentre d è il diametro del fusto.
In pratica, sapendo che la parte del veicolo che impegna l’albero è ad un’altezza h dal terreno e che l’albero ha un diametro alla base pari a d, abbiamo che
h e d sono espressi in cm.
Le stime ottenute utilizzando la formula (1) hanno mostrato una buona correlazione con i dati acquisiti dalle prove sul campo.
Ora riporto l’equazione in forma grafica al fine di renderla più digeribile.
In fig. 2 abbiamo la curva della forza massima necessaria ad abbattere un albero in funzione del suo diametro. In questo caso, la curva è stata ottenuta sollecitando il fusto dell’albero ad un’altezza di 40 cm.

Fig. 2 – Forza massima esercitata da un albero al variare del diametro del fusto (l’albero è sollecitato ad un’altezza h pari a 40 cm).
In fig. 3 abbiamo invece il grafico della forza in funzione dell’altezza alla quale l’albero viene colpito (è stato preso un albero con diametro di 15 cm).

Fig. 3 – Forza massima esercitata da un albero di diametro pari a 15 cm al variare dell’altezza alla quale esso viene sollecitato.
Un esempio pratico.
In ambito militare, le zone ricoperte da vegetazione possono rappresentare le cosiddette aree “no go” per i veicoli, cioè quei terreni sui quali le truppe motorizzate non riescono ad avanzare. Infatti, l’equazione (1) è stata ricavata proprio al fine di prevedere la capacità di superare la vegetazione da parte di specifici mezzi. Tuttavia, possiamo trovarne anche un utilizzo più costruttivo.
Ad esempio, se dovessimo effettuare un recupero, il grafico di fig. 3 ci dice che un albero con un fusto di diametro di circa 15 cm verosimilmente non riuscirà a tenere più di 30000 N (circa 3000 kg), se il cavo viene legato a 35 cm di altezza da terra.
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